FESTA GIÒ: BALLIAMO NEL MONDO

Anche quest’anno la festa del Setto­re Giovani dell’A­zione Cattolica è stata una splendi­da occasione di incontro, di riflessione e condivisione per tutti i giovanissimi e giovani della nostra Diocesi. Due i punti fondamentali attorno ai quali la festa ha preso vita: da un lato, i tre verbi che Papa Francesco ha consegnato all’Azione Cattolica Italiana in occasione dell’Assemblea Nazionale dello scorso 3 maggio, RimanereAndareGioire; dall’altro lato, il passo del Vangelo scelto come guida dell’anno associativo, “Coraggio, sono io!”, un inno di speranza e sollecitu­dine, che ci invita a non aver paura di metterci in gioco, di metterci in ballo, anche quando il mare si agita e fatichiamo a tenere in mano il timone.

88Come cristiani, laici e giovani, siamo infatti chiama­ti, rimanendo in Gesù e con Gesù, ad andare nel mondo. La metafora del ballo, poi, ci aiuta a non dimenticare che il cammino di fede è un cam­mino sorprendente, sempre nuovo e gioioso. Da queste nostre certezze, il titolo della festa, Balliamo nel mondo. Sempre da esse la scelta del luogo in cui si è svolta, una discoteca, perché non abbiamo paura di vivere, a modo nostro e con il nostro stile, ogni luogo che ci circonda. Perché non esistono ambienti in cui, come giova­ni, non possiamo portare la nostra testimonianza di fede.

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Momento cardine dell’intera festa, la preghiera iniziale, guidata dall’assistente del Settore Giovani, don Ales­sandro, all’interno della quale il nostro Padre Vescovo Domenico, dialogando con i giovani, ha potuto rispondere alle domande proposte da alcuni dei presenti, invitando­ci a curare il nostro vissuto di fede e a scoprire le periferie esistenziali innanzitutto in chi vive accanto a noi. Abbia­mo, poi, vissuto il momento, intenso e coinvolgente, della veglia/spettacolo, strutturata intorno ai tre verbi, rimanere, andare e gioire.

76Per ciascuno di essi, la riflessione perso­nale è stata stimolata dagli interpreti che, volta per volta, si sono alternati sul palco, con canzoni a tema, poesie, ballet­ti, testimonianze, letture. Tra queste ultime, particolarmente significative quelle tratte dai testi del Cardinale Martini e da “Il piccolo principe”, di Antoine de Saint-Exupery. Come ogni anno, poi, le parrocchie sono state protago­niste attive. A partire dal titolo della festa, infatti, a ciascun gruppo era stato chiesto di realizzare una coreografia, che mettesse davvero in ballo i giovani e giovanissimi. Le quattro migliori sono state premiate e si sono esibite sul palco, prima di lasciare spazio all’animazione finale. Una festa, dunque, vissuta nell’allegria, nella preghiera e nella riflessione, con la certez­za che in Gesù e con Gesù c’è la gioia vera che da pienezza alla nostra vita. 

Mauro Spedicati

IN DIALOGO CON IL VESCOVO/GIOIA PER LE STRADE DEL MONDO 

Rimanere… Andare… Gioire... Tre verbi che, dopo l’Udienza di Papa Francesco con l’Azio­ne Cattolica riunita in Assemblea Nazionale lo scorso 3 maggio, sono diventati faro per questo triennio associativo. Tre verbi sui quali anche il nostro vescovo, mons. D’Ambrosio, ci ha aiutato a ri­flettere durante la Festa Diocesana dei Giovani dell’AC di Lecce. Per essere protagonisti nella Chiesa – ci ha esortato – occorre avere innanzitutto un vissuto di fede, che si lascia inquietare dalla Parola di Dio, che come una lama a doppio taglio penetra nella profondità di ognuno; essere presenza viva nelle nostre comunità ecclesiali e civili, nei luoghi in cui viviamo ogni giorno, nella Scuola, nei posti di lavoro, tra i coetanei con cui condividiamo il nostro tempo.

60Essere vicini ai Sacerdoti: l’Azione Cattolica – ha ricordato – è l’unica realtà in diretta collaborazione con la Gerarchia, laddove gerarchia non è il comandare, ma l’essere pri­mi nella Santità, una santità che non è mai un cammino solitario, ma comunitario. In AC si diventa Santi insieme, avendo a cuore l’altro, sentendosi responsabili di chi ci è accanto. Questo è andare alle periferie! Ed è un andare con gioia, che non è l’allegria di un momento, ma la certezza di un Dio che davvero non ci abbandona mai, di un Dio che si fida di noi, si affida a noi, ma soprattutto opera attraverso di noi, Suoi umili strumenti. Forse a noi non è chiesto il martirio della vita – come il Vescovo ci ricordava che in tanti posti del mondo ancora avviene – ma nel nostro quo­tidiano ci è chiesto di essere comunque “sempre pronti a rendere ragione della speranza che è in noi!”, comunicatori del Vangelo. È questo l’augurio del nostro Padre Vescovo: essere giovani e giovanissimi di speranza!

Ilaria Quarta

Author: redazione

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